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mercoledì 2 aprile 2014

Necessità di liquidità o necessità di cambiare completamente approccio all'azienda?

Nella nostra attività di consulenza, non è infrequente trovare degli imprenditori che ci dicono (in poche parole e riassumendo):

Il nostro problema è la liquidità. Ci servono soldi. Non abbiamo sostanzialmente altri problemi. Se avessimo un pò di liquidità, sapremmo bene come far andare avanti le cose. Come d'altronde abbiamo fatto finora.
Noi non facevamo formazione nè consulenze strane. Sappiamo il fatto nostro. E' che adesso c'è la crisi e le banche ci hanno tagliato i fondi e abbiamo difficoltà a pagare i costi della produzione e a far fronte ai vari adempimenti che abbiamo.
Non ci servono "cose strane", solo la possibilità di reperire liquidità.....
Ci potete aiutare in questo?
Vi pare un atteggiamento corretto questo? Potrebbe essere un punto di vista efficace per combattere le difficoltà di un'azienda? O forse è proprio questo modo di vedere le cose che ha portato molte aziende nelle attuali difficoltà organizzative e di redditività?

Facciamo un passo indietro.

In primo luogo la carenza di liquidità è un effetto, una conseguenza di una certa situazione piuttosto che una causa. Un pò come la febbre è la conseguenza della presenza nel corpo di una persona di un'infezione o di virus dannosi, così la mancanza di liquidità nei conti è il risultato di scelte stratetiche passate. E di organizzazione del lavoro.
E' ovvio che quando non ci sono finanze sui conti correnti, l'azienda è in difficoltà.
Ma la cosa da imparare è che questà difficoltà è SOLO una conseguenza di qualche altro fattore.

Chiedere nuova liquidità non è necessariamente sbagliato. Abbassare la febbre ad una persona la cui temperatura è troppo alta con un intervento diretto può essere una buona cosa e a volte una via necessaria.
Ma avere nuova liquidità solo per tamponare i problemi potrebbe molto più spesso assomigliare a qualcuno che per evitare che la diga ceda mette dei cerotti nei buchi da cui fuoriesce l'acqua. Si tratta solo di rimandare il problema. E talvolta anche di aggravarlo con nuovi debiti.

Il punto importante è l'efficienza dell'azienda. Abbiamo visitato molte aziende che erano in difficoltà di liquidità. Da molto tempo queste imprese:
1) Non avevano un completo controllo organizzativo del loro personale.
2) Non avevano un marketing efficace nello studiare il loro mercato e le dinamiche che lo caratterizzavano.
3) Non avevano un sistema efficiente di vendita nè di procuramento di nuovi clienti. Le vendite avvenivano ma non erano causate attivamente dall'azienda.
4) Non c'era un solido piano finanziario che contemplasse tutti o parte degli imprevisti possibili.
5) Non facevamo formazione nè miglioramento del personale o dei quadri direttivi.

Questo per citare solo alcune cose.
Ovviamente quando si ha l'acqua alla gola, è difficile guardare il futuro.
Uno cerca di sopravvivere nel presente. Cerca qualcosa a cui aggrapparsi per tirarsi fuori dalla palude. Comprensibile. Ma non sufficiente a giustificare la totale mancanza di un lavoro che prepari il futuro dell'azienda.
Perchè anche se si riuscisse, per qualche intervento miracoloso, a procurarsi un pò di liquidità per far fronte agli impegni,se NON VENGONO efficaciemente risolte le cause reali dei problemi aziendali, la fine dell'azienda è solo rimandata.
E tale fine può essere rimandata per molti anni. Finchè le iniezioni di liquidità artificiale (una sorta di doping) riescono a drogare il cavallo per mantenerlo in pista. Ma inesorabile, la fine dell'azienda arriva, come ci insegna la storia economica che ha visto anche grandi colossi aziendali sgretolarsi in un attimo dopo anni o decenni di apparente solidità.

Naturalmente un azienda piccola non avrà bisogno di tutto questo tempo.
Quindi liquidità? SI, a patto che nel frattempo si lavori per risolvere i fattori critici dell'azienda e si fortifichino i punti positivi.

Per chi volesse approfondire questo, siamo a disposizione.

Grazie per l'attenzione e buon lavoro.

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